sabato 12 luglio 2008

NO SALVATION


+ FUNNY GAMES è un film di quelli. un film come il cinema americano non ha mai saputo fare. la violenza per la violenza. la paura il terrore il dolore. nessuna motivazione nessuna paranoia sociologica nessuna aspirazione metafisica. la violenza che ti inchioda alla poltrona. la violenza che non ti è dato vedere - e per questo la violenza morale - ma che sei costretto ad ascoltare. ad immaginare. la frustrazione dell'impotenza. e ancora la violenza. la violenza degli interminabili pianisequenza che ti stremano il cervello. la rabbia la frustrazione. la paura negli occhi di un bambino. un sacco attorno alla testa. un nastro alle caviglie. ossa in pezzi. uno sparo. un silenzio acido nella sala. una colonna sonora che non c'è. grandissima regia. per nulla furbetta nè commerciale, anzi. uno schiaffo. una mazza da golf in pieno viso al cinema made in USA. gran film. glaciale. eccellente. tensione dall'inizio alla fine. senza meccanismi preconfezionati. la paura di un sorriso. grandissimo film. cazzo. +

+ e un grazie ad Hell che ha sopportato l'insopportabile. +

+ NELL'ARIA: Letum: "The Entrance to Salvation" +

mercoledì 2 luglio 2008

IL CONCETTO DI DELIRIO

+ Oggi...

STEN - Buongiorno signora


Vecchia - Senta, io devo pagare il mio mutuo.

S - Bene... mi dà il numero di conto...

V - non lo so...sono andata a Banca Intesa e mi hanno detto di uscire ed andare a fianco...

S - signora, ma lei dove ha il conto?

V - al Banco di Sardegna

S - e qui fuori cosa c'è scritto?

V - Monte dei Paschi di Siena.

S - ... +

+ NELL'ARIA: Astor Piazzolla: Milonga in Re +

martedì 1 luglio 2008

SAREBBE SPLENDIDO AMARE VERAMENTE

+ Baustelle. AMEN è un album splendido. Io, che non credo più nella musica italiana, triste e provinciale ameba parassita di mode idee suoni altrui. o peggio, mercatino della svendita di sentimenti a buon mercato, luoghi comuni, buonismo e "la vita è così che va". Io. Stanco dello sterco che ogni giorno appesta la mia vita musicale. Io resto incantato davanti a questo lavoro. Francesco, Claudio e Rachele donano al mondo un vero gioiello. E' straordinario tuffarsi in un suono davvero enorme, un suono di chitarre e organi, pianoforti e ottoni, archi e distorsioni e campionatori. Un album che viaggia con decisione e determinazione verso la meta dell'ignoto. l'ignoto di una vita che regala misteri paure speranze desideri. amori e dolori. Difficile coglierne il senso profondo. ed è proprio l'indeterminatezza dell'esistenza la chiave di volta di questo splendido lavoro. Se le musiche si muovono tra arrangiamenti nello stile dei migliori Pulp (ma non solo), contaminadoli con suoni vintage, analogici e melodie le cui radici affondano nella migliore tradizione melodica italiana, i testi mi fanno davvero illuminare di un senso profondo.

Artisti e poeti. nulla di meno. i testi sono splendide visioni che coinvolgono e mi lasciano incantato. carichi dell'impalpabilità di immagini oniriche eppure così veri e disincantati. eppure così veri eppure così profondamente umani. Ed io alzo gli occhi al cielo. e se la Musica non serve a questo allora non serve a nulla. Una nota particolare la merita la canzone "Alfredo", dedicata ad Alfredino Rampi. Inquesto si vede l'arte e la poesia. Quanti altri pseudo artisti italiani della musica "d'autore" avrebbero scritto una canzone di denuncia sui media o una patetica ballata sulla morte di un bambino. Invece. invece, nelle parole di Francesco, una poesia delicata e struggente. in pochissimi versi, lo sguardo di Alfredino, poi un flusso di coscienza tra Dio, la madre, la Madre, tra preghiere e paure nel suo entrare nella Morte. E in tutto questo, nella cronaca, Dio che guarda il bambino. Che diventa suo figlio. Dio che lo mostra a tutto il mondo. E vedi le immagini scorrere sullo schermo. personaggi, nomi e cognomi che hanno attraversato la nostra Povera Patria. Dio che ricorda la Morte al mondo. Dio che mostra il dolore a chi non ha mai misurato il vuoto dentro sè. E la triste storia trascende la cronaca e diventa parabola, poesia. diventa Musica.

Quella dei Baustelle è una poesia carica di pietà, onestà, un pizzico di snobismo (che tanto amo nell'arte). Eppure l'umiltà di chi mi ringraziò anni fa quando "elessi" LA MODA DEL LENTO a disco dell'anno. Francesco, Rachele, Claudio... grazie davvero. Se ancora posso credere nell'opera d'arte. +


+ ALFREDO +

Un pezzetto bello tondo di cielo d’estate sta sopra di me.
Non ci credo.
Lo vedo restringersi.
Conto le stelle.
Ora. Sento tutte queste voci.
Tutta questa gente ha già capito che ho sbagliato.
Sono scivolato. Son caduto dentro il buco.
Bravi, son venuti subito.
Son stato stupido.
Ma sono qua gli aiuti.
Quelli dei pompieri.
I carabinieri.

Intanto Dio guardava il Figlio Suo.
E in onda lo mandò.
A Woytila e alla P2.
A tutti lo indicò.
A Cossiga e alla Dc.
A BR e Platini.
A Repubblica e alla Rai.
La morte ricordò.

Scivolo nel fango gelido.
Il cielo è un punto.
Non lo vedo più.
L’Uomo Ragno mi ha tirato un polso.
Si è spezzato l’osso.
Ora.
Dormo oppure sto sognando, perché parlo ma la voce non è mia.
Dico Ave Maria.
Che bimbo stupido.
Piena di grazia.
Mamma.
Padre Nostro.
Con la terra in bocca.
Non respiro.
La tua volontà sia fatta.
Non ricordo bene.
Ho paura.
Sei nei cieli.

E Lui guardava il Figlio Suo.
In diretta lo mandò.
A Woytila e alla P2.
A tutti lo mostrò.
A Forlani e alla Dc.
A Pertini e Platini.
A chi mai dentrò di sé il Vuoto misurò. +

+ NELL'ARIA: Sofia Gubaidulina: Il Cantico di Frate Sole +